22 feb 2013

Ricordi

Il nostro territorio, l'alta valle del Tevere si è sempre distinto per una produzione di tipo artigianale. Questa peculiarità si è consolidata specialmente in Anghiari dove si sono evoluti dal XVI secolo ad oggi vari tipi di lavorazioni artistiche: dalle famose armi anghiaresi ai vasi in terracotta (i cosiddetti “cocci” di Anghiari), il tombolo e i mobili d'antiquariato. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, si è sviluppato uno dei mercati più prosperosi nel territorio nazionale riguardo appunto all'antiquariato del mobile.
Quest'ultimo tipo di economia ha consentito ai falegnami di specializzarsi come restauratori di mobili antichi. Insieme ai mercanti locali hanno importato tecniche di lavorazione provenienti da altre nazioni, specialmente dalla Francia e da zone “limitrofe” come Firenze dove l'artigianato si è sempre contraddistinto per qualità e capacità.
In pratica, la mole notevole di lavoro di ripristino dei mobili ha fatto cambiare la mentalità del falegname che si è specializzato in stipettaio restauratore.
Per tramandare e qualificare questa attività, alla fine degli anni 50 sorse ad Anghiari l'Istituto Statale d'Arte per il Restauro del Mobile che in questi decenni ha formato allievi dando loro una impostazione e una sensibilità più approfondita e scientifica sulle tecniche di costruzione e decorazione finalizzate al restauro ligneo, ed in particolare del mobile.
Alla fine degli anni sessanta sono cresciuti presso la scuola d'arte giovani diplomati con la possibilità di avere un confronto diretto con gli artigiani del posto, che a dirla tutta, non vedevano, di buon grado la preparazione degli allievi usciti da scuola.
In questo palcoscenico alla fine degli anni settanta mi sono trovato io, studentello alle prime armi, in cerca di imparare qualcosa di più pratico rispetto alla scuola che certamente ti insegna, ma non ti può dare una formazione pratica di bottega.

La mia storia di artigiano apprendista è cominciata mentre frequentavo il terzo anno della scuola, con il professore supplente di plastica, Gianfranco Giorni.
Il professore è, diciamo era per convenienza, una persona fuori dal normale stereotipo di insegnante classico, oltre ad avere grandi capacità nella sua materia. La sua filosofia di pensiero era diversa dal resto dei docenti. 




Veduta di Anghiari
Pannello intarsiato in vari legni locali, tratto da un’opera in terracotta policroma di GianFranco Giorni

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