28 giu 2016

palio di anghiari mostra di opere battaglia di anghiari



UNA MOSTRA DEDICATA ALLA BATTAGLIA DI ANGHIARI 
L'Arte della Battaglia
da  25 giugno al 6 di luglio
nella splendida cornice del Palazzo Pretorio di Anghiari

Iniziativa promossa dall'Associazione Palio della Vittoria

Questa esposizione di elaborati comprende un percorso di opere, di dipinti sculture , mobili e ceramiche che partono dal 1982 fino a oggi tutte sul tema della Battaglia di Anghiari.
E' stato un onore essere stato il primo anghiarese ad "usare" il bel palazzo appena restaurato per esporre il proprio lavoro. Un caro ringraziamento a Fabio Cecconi e Gabriele Mazzi per la riuscita della Mostra, alla prossima... 

“Nella terra della Battaglia di Anghiari  l'identità delle persone passa attraverso una profonda empatia verso la storia. 
Ci sono poi individui che la trasformano in passione e in ragione di vita, integrandola con una maestria d'altri tempi. Il lavoro di Santi Del Sere, anghiarese, ne è esempio: lui produce e restaura oggetti di storia. 
Questa mostra dei suoi lavori è semplicemente una dichiarazione d'amore: per il paese e le sue genti e le sue gesta, presenti e passate, in una amalgama di sentimenti maturi e fanciulleschi, accompagnati da una profondo confronto con le grandi maestrie del passato. 
Parlando in questo caso di raffigurazioni della “Battaglia di Anghiari” da Leonardo da Vinci, capolavoro perduto,  il confronto con l'empirismo rinascimentale e l'efficace tradizione medievale fa parte del lavoro di Del Sere. L'utilizzo di materiali diversi e la sperimentazione a volte giocosa, a tratti impegnata e sentimentalmente evocata, si fondono in una capacità di sintesi che ha qualcosa di imperativo, di affermato. Del Sere non può far altro che dipingere, modellare, colorare, intarsiare, cuocere “battaglie” di Anghiari poiché esse sono il suo sogno, le sue visioni, la sua vita vissuta: una battaglia per affermare che la maestria delle mani è il presupposto dell'essere”


Gabriele Mazzi Direttore del Museo della Battaglia di Anghiari

video: https://www.facebook.com/daniele.gigli.33/videos/749772798498002/


Didascalie e foto della Mostra

riedizione della tavola doria stesse dimensioni e stessa tecnica:
dipinto a olio su tavola





OLIO SU TELA 280cm. x 150cm.
BALDACCIO E LA BATTAGLIA DI ANGHIARI

OLIO SU TELA 280cm. x 150cm.
BALDACCIO E LA BATTAGLIA DI ANGHIARI

Nel 1992 mi prese l'idea di comprarmi dei pennelli e dei colori ad olio per provare l'ebrezza della pittura. Dopo alcuni tentativi mi prese l'ispirazione di dipingere la battaglia riprendendo la struttura del pannello intagliato e di raffigurare i combattenti con i volti di anghiaresi, i ragazzi della piazza come dice il professore tedesco Roland Gunter. Purtroppo proprio in quel periodo scomparve Lo Scrittore Gianfranco Venè e fu anche questo episodio della vita dell'uomo, che mi istigò a cominciare questa scommessa con i pennelli e la pittura.
Personaggi e interpreti da sinistra verso destra:
Io, Catia Talozzi, Cinzia Talozzi, mia moglie, Rosanna Lodovici che tiene per mano la nostra figlia Francesca Del Sere, Amedeo Tortori mio compagno di avventure scolastiche, Annibale “bibi” Del Sere mio fratello maggiore al liuto, il "cicalino al secolo Alessandro Gennaioli, il mago del computer Luca Paci, il professore Roland Gunter, Walter Canicchi sdraiato a terra, il primo cavaliere Fabio Boriosi, Gianfranco Venè che sta scrivendo il Baldaccio, protetto dallo scudo dei Taglieschi, retto da Franco Talozzi glorioso Sindaco di Anghiari, che nella mano sinistra porta le chiavi del paese per offrirle allo scrittore, Aurelio Boriosi in ginocchio, il cavaliere in mezzo "ananasso" Fabrizio Scartoni, sotto "ermindone" Ermindo Santi, a testa in giù "gegè"Eugenio Papini, "agonia" Alberto Vellati, che per alcune donne un pò maliziose al posto della patta ci vedono qualcosa d'altro, che tiene il mio fratello Walterone per la gonna come indicare di venire con lui a bere dal fiasco che è sopra il muro del ponte della reglia. Continuando poi con il terzo cavaliere l'oriundo, Valerio Barni, perché da borghese di Sansepolcro dopo sposato si è trasferito nello stato di sotto, il "gamma"di profilo Massimo Dalla Ragione, Walter Del Sere, al centro lo “scosso”Carlo Urci, "pavone" Domenico Rossi, il "gnacco"Alessandro Severi, in alto di profilo Roberto Cherici, "mato mato" Maurizio Tramontani un altro oriundo all'arrovescia uomo dello stato di sotto che ha sposato la mia cognata che è dello stato di sopra, il Maestro della Compagnia dei Ricomposti Mario Guiducci, "beppino detto il barzo"al secolo Giuseppe Ricceri, che sta "trombando" Carlo Urci e infine "il loli"Loris Leonardi detto “campeno”


La battaglia del solo morto
BATTAGLIA DEL SOLO MORTO
Alla fine degli anni 90 del secolo precedente, si incominciò a rispolverare la gloriosa battaglia da parte di diversi personaggi autorevoli del nostro beneamato paesello. Si decise di rievocare il palio della Vittoria, che era stato interrotta per motivi di risse continue con anche un evento luttuoso alla fine dell'ottocento.
Andrea Merendelli anfitrione del Teatro Stabile di Anghiari insieme al suo amico Paolo Pennacchini scrissero e portarono in teatro una pièce tratta da una frase del macchiavelli. Questa rappresentazione parlava della storia della battaglia e del solo morto che ci fu durante la cruenta disputa, mi piacque molto l'idea della macchina Leonardesca che azionava le pale dei mulini situati nella reglia e le spade che giravano nella ruota a simboleggiare le macchine da guerra ideate dal grande artista. Mi prese l'ispirazione e cominciai a dipingere un quadro a riguardo, dove oltre alla citazione dei guerrieri al centro del quadro, costruì intorno ad essi il ponte della disputa dello stendardo, Anghiari alla destra le macchine leonardesche alla sinistra lo sfondo giallo a richiamare la tavola doria.
Il quadro è una composizione che ha le stesse dimensioni della famosa Tavola Doria.

dalla tavola doria dipinta all'intarsio


Baldaccio intaglio 
PANNELLO INTAGLIATO AD ALTO RILIEVO IN NOCE, RAFFIGURANTE LA BATTAGLIA (Baldaccio) ANNO1982
Ritornato dal servizio di leva e non avendo niente da fare, solamente qualche lavoretto saltuario come spazzino o inserviente al comune del mio paese, mi venne l'idea di intagliare due pezzi di legno di noce di recupero e rappresentare il Baldaccio, tratto da una storia scritta da Gian Franco Venè e musicata da mio Fratello Annibale e portata in scena dalla Compagnia dei Ricomposti di cui facevo parte insieme a molti amici. Questa allegra Compagnia, che ancora oggi porta in giro per il mondo le nostre tradizioni musicali popolari, era ai primi albori e il Baldaccio fu l'esordio teatrale di questo gruppo. Fu veramente una bella cosa e riuscì molto bene.Tanto fu che la rappresentazione, fu esportata anche in Germania grazie all'ospitalità di Roland Gunter scrittore che venne a quel tempo fu invitato al Premio di Cultura Citta di Anghiari, ideato da Gian Franco Venè e dall'allora Sindaco di Anghiari Franco Talozzi. L'intaglio è suddiviso in due quadri, a sinistra i musici della compagnia, io Santino, dovrei essere quello con la chitarra, al flauto mio fratello Valterone, la Catia Talozzi al cembalo e al piffero Alberto Vellati. Nel secondo quadro si parte da pippo il cane della Cinzia Talozzi allora mia cognata e la mischia di combattenti senza un ben preciso riferimento. Per quanto riguarda i due cavalieri c'è quello che porta lo stendardo fiorentino che non ha nessuna allusione, ma per il cavaliere che doveva rappresentare le truppe Viscontee il riferimento e a il Venè, infatti come si può vedere al posto del fatidico biscione milanese ci sono rappresentate nella bandiera due pipe, che alludono al famoso giornalista che era un grande fumatore di pipa.



riedizione di arredi rinascimentali

composizioni in ceramica


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