4 apr 2017

riflessioni sul restauro la Madonna delle Grazie di Sant'Agostino Anghiari





Dopo alcuni anni, precisamente dal 1994 da quando fu trafugata, è tornata la parte centrale del trittico che rappresenta la Madonna delle Grazie opera dipinta da Matteo di Giovanni per la Chiesa di Sant'Agostino in Anghiari. Purtroppo la tavola ha avuto un taglio sulla parte bassa, provocato dai ladri, si presuppone per una possibile collocazione sul mercato,  La mutilazione ha compromesso,  per fortuna, una zona che riguarda solo il manto della Madonna.
Tempo fa avevo fatto una ricerca finalizzata per un mio capriccio alla "riedizione" di questa Madonna perché in quella piazza del Borghetto o detta anche Piazza "cazzotti"dagli Anghiaresi io ci sono nato.

tavola intagliata dorata e dipinta a tempera. Mastro Santi Del Sere anno 2004
Citazione tratta dal libro di ICILIO FEDERICO JONI
"LE MEMORIE DI UN
PITTORE DI QUADRI ANTICHI",
e mi par di udire qualcuno
dei tanti arricchiti antiquari, dire: Non antichi, falsi!
No, cari signori, i falsi li fanno coloro 'che fabbricano
i biglietti di banca, perché si servono della stampa,
oppure coloro che fabbricano le monete perché si
servono di uno stozzo. Un artista che crea un'opera
d'arte originale, pure imitando la maniera di un
antico maestro, non fa un falso, ma tutt'al più una
imitazione, e crea un'opera d'arte lui stesso. E se poi
fa un'opera che, pur rispecchiando il carattere del
XIV o XV secolo, non segue la maniera di nessun
maestro, allora non è nemmeno una imitazione, ma
una creazione vera e propria. Ma qualche Catone
arricchito arriccierà il naso a queste mie
giustificazioni e le giudicherà assurde. Se alcuni di
costoro ricordassero l'inizio della loro carriera!...
Altro che quadri falsi!...
I.F.J



Durante la bella serata dedicata alla sua ricollocazione nella sua chiesa ho riflettuto sui criteri di restauro che si adottano in molte opere per quanto riguardano le reintegrazioni. Infatti questa pala dipinta è stata per fortuna restaurata tanto tempo fa nel 1952 dalla la Soprintendenza di Firenze, dalla quale dipendeva  il territorio di Anghiari.


stato di conservazione del trittico nel 1952
Il supporto ligneo era compromesso dai tarli e dal degrado dovuto all'umidità. Il colore originale era in ampie zone completamente caduto anche a causa della applicazione degli ex voto in argento direttamente sull'immagine, e vaste ridipinture avevano ricoperto, forse durante l'Ottocento, le ampie lacune con mediocre risultato, non adeguato alla qualità delle parti originali ancora conservate. È possibile verificare tramite le fotografie successive alla eliminazione di queste ridipinture la estensione della materia pittorica originale e quanto difficile fosse la soluzione dell' intervento. Si decise di effettuare il trasporto della pittura, assottigliando dal retro il supporto ligneo e successivamente, per ragioni di culto, di reintegrare completamente l'immagine.



La mia riflessione sta in questi termini, ma se l'opera non aveva subito questo restauro nel 1952, che chiamerei più appropriatamente riedizione critica, visto che l'intervento di restauro si è avvalso per la  ricostruzione della pala di Montepescali, che cosa ci sarebbe rimasto di così bello da vedere? forse è più interessante per gli studiosi vedere delle belle porzioni di gesso bianco, ridipinte a selezione cromatica o a rigatino, al posto di una lettura anche se "Riedita" che si avvicina come iconografia all'opera originale? Penso profondamente che non si può giustificare a priori nel reintegrare tutto, ma se questa opera ancora fa, bella figura di se, va ringraziato a suo tempo decisioni che adesso, porterebbero a situazioni completamente diverse sull'intervento di restauro. 
Quello che mi disturba e come si interviene sulle opere solamente in Italia, dove prevale più il valore  e la storia che ha subito un'opera nel corso del tempo lasciando l'opera mutilata o come,  in questo caso per fortuna, che dipendono a secondo dalle pressioni del committente  per motivi religiosi, scavalcando le filosofie ortodosse del restauro conservativo, ossia lasciando solo le parti originali, tanto care ai nostri critici dell'arte.


opera di Matteo di Giovanni molto vicina per composizione e datazione al trittico di S. Agostino, la pala con la Madonna col Bambino e Santi della chiesa di S. Lorenzo a Montepescali (Grosseto).
Il restauro e il restauratore sono gli elementi fondamentali in questo momento storico dove c'è una paura di perdere la manualità e la cultura del saper fare propria della bottega artigiana, 
Bisognerebbe a mio avviso dare gli oggetti da restaurare a bravi maestri artigiani che abbiano doti e avuto un percorso formativo scuola bottega e introdurli anche nell'ambito scolastico. Con il pericolo, purtroppo, tutto italiano di trovare i soliti accostati a ricoprire ruoli importanti sia per quanto il restauro che l'insegnamento.
Sarebbe bello riprendere e far nascere nel nostro paese quella scuola post diploma a carattere internazionale legata al Liceo Artistico o come fu fatto dall'allora  Preside Prof. Benito  Carletti nel lontano 2000, a riprendere i contatti con l'Opificio delle Pietre dure di Firenze  per il restauro del mobile antico e arredi lignei, potrebbe essere una risorsa e un indotto per il nostro territorio conosciuto per questa caratteristica unica in tutta Italia. 
Mastro Santi Del Sere

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